Non è mai facile parlare della morte sebbene sia l’unico evento ineluttabile della nostra esistenza.
La morte ha ispirato, in passato, e ispira ancora oggi, moltissimi poeti, musicisti, cantanti, persino registi…
I cimiteri sono veri e propri luoghi di culto, spazi intimi e delicati dove entrano in gioco diversi livelli: tempo, spiritualità, sacralità. Luoghi dove il tempo si annulla, luoghi sospesi e silenziosi dove la presenza umana è quasi cancellata. Spazi che celebrano la morte e che ci allontanano dalla realtà portandoci in una dimensione apparente che ci consola.
Il cimitero monumentale della Certosa di Bologna è uno dei cimiteri più antichi d'Europa, una vera città di pietra, un luogo unico per la scultura e l'architettura del XIX e del XX secolo.
Fondato nel 1801 riutilizzando le strutture del convento certosino edificato a partire dal 1334 e soppresso nel 1796, il cimitero della Certosa è di una perfezione che rasenta l'indicibile, un'autentica rassegna di statuaria e scultura neoclassica, dove la manutenzione è affidata ad addetti che se ne occupano con uno scrupolo encomiabile: degno riposo per coloro che non ci sono più.
Il complesso, nel corso dei secoli, è il risultato di una articolata stratificazione di logge, chiostri ed edifici che vanno dal XV secolo ad oggi, che man mano assumono caratteri di progressiva ampiezza e monumentalità.
All'interno si conserva un vastissimo patrimonio di pitture e sculture realizzate da quasi tutti gli artisti bolognesi attivi nel XIX e XX secolo, testimonianza delle complesse vicende artistiche, storiche e intellettuali di Bologna, cui si sono aggiunte in anni recenti alcuni interventi di artisti contemporanei.
Nel cimitero sono ospitate alcune figure importanti per la storia locale e nazionale, tra cui lo statista Marco Minghetti; i pittori Giorgio Morandi e Bruno Saetti; il premio Nobel per la letteratura Giosué Carducci; il cantante d'opera Carlo Broschi detto Farinelli, il compositore Ottorino Respighi e il cantante Lucio Dalla; i fondatori delle aziende Maserati, Ducati e Weber e della casa editrice Zanichelli.
La forte passione della nobiltà e della borghesia per la costruzione dei sepolcri familiari trasformò la Certosa in un vero e proprio “museo all'aria aperta”, tappa del Grand Tour italiano: la visitarono Chateaubriand, Byron, Dickens, Stendhal, molti dei quali hanno lasciato testimonianze scritte delle loro passeggiate nel cimitero.
Niente di lugubre, quindi! Una visita alla Certosa di Bologna equivale a una passeggiata all'insegna dell’arte e della bellezza.
“Però bisogna dire che, tutto sommato, il cimitero di Bologna è più allegro della città. V’è più aria, più spazio, più verde, gli archi sono più alti, le case più bianche e meglio disposte… In mezzo a quei filari di sepolcri, la vista si perde in lontananza nella campagna, ed è questo senza dubbio un effetto pittoresco. Non potrei darvi miglior idea di tale cimitero, che col paragonarlo al Palais-Royal a Parigi” - Jules Janin, Viaggio in Italia, 1839
“Bologna mi sembra meno deserta rispetto all’epoca del mio primo viaggio. Vi sono stato ricevuto con gli onori che vengono inflitti agli ambasciatori. Ho visitato un bel cimitero: non dimentico mai i morti; sono la nostra famiglia” - François René de Chateaubriand, Memorie d’Oltretomba, 1848
Moltissime le visite guidate organizzate dal Museo Civico del Risorgimento. Qui il link con i prossimi appuntamenti in programma.
Salgo i gradini di pietra
Saluto il ritorno di questo lieto giorno
Mi inoltro nella grande volta ombrosa
Saluto il mattino di Pentecoste
La lettura è tratta da Luca 24
Quando Cristo ritorna dai suoi amati
Guardo gli apostoli di pietra
Penso che per qualcuno è giusto così
Vorrei anch’io esser fatto di pietra
Così non dovrei vedere
Una bellezza impossibile da definire
Una bellezza impossibile da credere
Una bellezza impossibile da sopportare
Nick Cave - Brompton Oratory
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