Ho sempre creduto alle coincidenze e non al caso. Carl Gustav Jung con il termine “sincronicità” definisce tutte quelle coincidenze, collegamenti tra due o più persone, eventi, situazioni che per logica non hanno attinenza tra loro ma hanno invece un significato ed un senso per la persona che li osserva o li vive.
Quando i primi giorni di ottobre, in occasione della V Biennale di Mosaico Contemporaneo, ho visitato a Ravenna la mostra dell’artista pugliese Orodè Deoro, “Mon coeur mis à nu, et pas seulement”, allestita presso le Cantine di Palazzo Rava e curata da Fabio Novembre e Daniele Torcellini, sono rimasta folgorata dalla potenza e dall’espressività del lavoro di questo giovane artista che ama ritrarre soprattutto figure femminili, che egli stesso dichiara di “vivisezionare” alimentando la sua continua ricerca di un’anima nascosta dietro all’apparenza, e dal fatto che la mostra si ispirasse all’opera “Mon coeur mis à nu” del poeta francese Charles Baudelaire.
Charles Baudelaire, il mio poeta preferito da sempre, prima coincidenza.
Nell’ammirare le seducenti opere di Deoro, realizzate in ceramica ritagliata a mano e stucco epossidico, ho scoperto che questo artista aveva partorito il suo originale modo di fare mosaico a “Vincent City” in Salento, e proprio in Salento mi sarei dovuta recare la settimana successiva, seconda coincidenza.
Coincidenze, corrispondenze (per dirla alla Baudelaire), sincronicità. Una lunga serie di messaggi mi stava dicendo che una volta arrivata in Salento avrei dovuto assolutamente vedere quel luogo con quel nome così strano dove Orodè Deoro aveva mosso i suoi primi passi.
La curiosità era troppa. E così è stato.
Ma cos’è esattamente “Vincent City”? Difficile spiegalo a parole. Siamo in provincia di Lecce, a Guagnano. Vincent City è la città, o meglio l’eremo, di Vincent Brunetti, pittore e scultore salentino classe 1950 che, dopo aver vissuto e lavorato per più di 20 anni a Milano, ha deciso di abbandonare la vita corrotta e mercificata della metropoli da bere per fare ritorno nella sua luminosa Puglia dove oggi conduce una vita casta e innocente, eremitica. Completamente disinteressato al mondo esterno, l’unico obiettivo di Vincent è quello che la gente che frequenta la sua casa goda, anche solo per un momento, della bellezza. Ogni giorno è un giorno aperto alla felicità, un’avventura giornaliera per un viaggio che, come lui stesso mi ha confidato, si concluderà nel 2090 (quando se andrà volando!).
Vincent City è un mondo dove non vigono le regole dell’esterno ma dove chiunque sia attratto da tutto ciò che è arte e bellezza può liberamente accedere per visitarlo e magari viverci per un determinato periodo. Un vero e proprio santuario dell’arte, lontano dai rumori e dai frastuoni del mondo. Qui, nel silenzio che solo la natura sa dare, Vincent trova ispirazione per i suoi dipinti e serenità per la propria vita. L’eremo, dunque, è un punto di riferimento importante per quanti, ancora, amano il bello e tutto ciò che di pulito e onesto esce dal cuore e dalle mani dell’uomo.
Vincent Brunetti non sarà, certo, stato capace di cambiare il mondo ma ne ha creato uno nuovo, uno alternativo, dove tutto è riciclato o si ricicla, dove lui è il sovrano indiscusso e i suoi quadri e la sua arte sono i guardiani del regno.
Ogni domenica si può assistere alla sua “danza” propiziatoria in cui il Maestro esprime il bisogno di libertà che è nascosto nel cuore di ogni uomo e al suo “volo” che esprime, invece, il desiderio di liberarsi dal peso della materia.
Vincent City è, quindi, il luogo non accademico dove Orodè Deoro ha realizzato i suoi primi grandi mosaici sui muri interni ed esterni di questa folle casa tutta rivestita in ceramica. Le opere permanenti di Deoro sono moltissime: Il Trionfo di Bacco, Posters, Donna Ulivo e onda mediterranea, Questo è il mio cerverlo, Mondoperapocalistoria (opera incompiuta), La penultima cena… e molte altre ancora.
Visitare la casa museo e conoscere Vincent, un personaggio folle e straordinario, è stata un’esperienza unica.
Sicuramente l‘interesse e la passione per il mosaico mi hanno spinta a visitare la mostra di Deoro, ma poi le coincidenze hanno fatto il resto.
Perché nelle coincidenze o ci credi o non ci credi e quando le accetti e accogli nella tua vita, la vita stessa si apre mostrandoti delle possibilità che mai ti saresti immaginato.
Grazie alla mia compagna di viaggio per essersi fidata.