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  • Immagine del redattoreLaura Gramantieri

Benvenuti a BERLINO

Premessa: questo è il racconto di un viaggio, il nostro. Non è una guida, e non ha la pretesa di esserlo. Qui puoi trovare spunti, approfondimenti e consigli per un tuo viaggio a Berlino.

Accomodati perché il racconto è lungo.


Il bacio. Murales iconico nella East Side Gallery

Inizia a pianificare il viaggio con almeno 2-3 settimane di anticipo per verificare che i luoghi che desideri visitare siano effettivamente aperti alla data del tuo soggiorno.

Nei musei di grande affluenza (come quelli nella Museuminsel, il Museo ebraico ecc.) prenota l’ingresso al mattino presto (tra le 9.00 e le 10.00) per evitare le code. A Berlino le code sono una costante.

Considera che Berlino è grande, ogni quartiere di fatto è una città a sé, quindi pianifica le visite in modo da ottimizzare il tempo.

Puoi farti un’idea dei distretti di Berlino qui: DISTRETTI DI BERLINO


Noi abbiamo deciso di soggiornare a Friedrichshain considerato, attualmente, il quartiere più cool e vivace. È un susseguirsi di negozi, soprattutto second-hand ma non solo, caffè, bar e ristoranti. La sera è stato piacevolissimo passeggiare lungo le vie principali – come Boxhagener Str, Simon-Dach Str, Warschauer Str, Krossener Str – piene di locali invasi da giovani. In Boxhagener Platz tutte le domeniche si svolge il mercato delle pulci. Da Warschauer Strasse si sviluppa il famoso Karl Marx Allee, viale maestoso simbolo della pomposità stalinista. Friedrichshain, non a caso, si trova nel settore Est di Berlino.


Fondamentale per noi, è stato alloggiare a pochissimi minuti dalla metropolitana (U5 – Frankfurter Tor).

A Berlino (viste le grandi distanze e perché, di fatto, non esiste un vero centro storico) la metro (che si divide tra U-Bahn e S-Bahn a seconda che viaggi sopra o sotto terra) è capillare. Arriva ovunque. Abbiamo fatto l’abbonamento alla Berlin Welcome Card di 6 giorni (ABC Berlino + Potsdam + aeroporto Brandeburgo) che ti permette di viaggiare illimitatamente su tutti i mezzi pubblici e dà diritto a sconti per l’entrata in alcuni monumenti. Ogni adulto ha diritto ad accompagnare fino a 3 bambini gratuitamente dai 6 ai 14 anni compresi (mia figlia quattordicenne, quindi, ha viaggiato gratis).



Una curiosità: non ci sono i tornelli per accedere alla metropolitana. L’accesso è libero. Alla base della cultura tedesca c’è l’etica hegeliana, di conseguenza lo Stato dà per assodato il rispetto delle leggi da parte dei singoli, e dunque che tu abbia pagato il biglietto; se non lo hai pagato e passa il controllore sono cavoli amari…


1° giorno – venerdì

Atterrati alle 13:05 al nuovissimo aeroporto di Berlino Brandeburgo (inaugurato nel 2020), dopo aver preso possesso del nostro appartamento, nel pomeriggio abbiamo esplorato il quartiere e poi raggiunto col bus la Est Side Gallery per ammirare, con calma, il lungo tratto di Muro rimasto in piedi, parallelamente alla Sprea, oggi divenuto la più lunga galleria di murales all’aperto del mondo.



Terminata la passeggiata lungo il Muro (1300 metri), abbiamo superato la Sprea, attraversando l’Oberbraumbrucke, forse il ponte più bello di Berlino (soprannominato da mia figlia il ponte delle puzze… provare per credere) e raggiungendo così il distretto di Kreuzberg dove siamo andati a caccia di alcuni murales iconici, tra cui il PINK MAN di Blu, il più famoso street artist italiano, lo YELLOW MAN, del duo brasiliano Os Gemeos, fino all’ASTRONAUTA realizzato nel 2007 da Victor Ash e ispirato alla “corsa allo spazio” durante la Guerra Fredda.



2° giorno – sabato

Da guida turistica, so che il modo migliore per conoscere e apprezzare un luogo (che sia un museo, un sito archeologico, un luogo di culto o una città) è farlo con una guida. Affidandosi cioè ad uno specialista che, con le sue specifiche competenze, sappia trasferire, in modo semplice ma al tempo stesso efficace ed accurato, le sue conoscenze di quel luogo. Per me sono i soldi spesi meglio di un viaggio. Da una visita guidata esco sempre felice ed appagata, con tanti ricordi da conservare.

Berlino è una città grande, stratificata, una città ricca di contrasti e contraddizioni, difficile da cogliere ed apprezzare in pochi giorni. Quindi abbiamo partecipato a ben due tour. E siamo stati particolarmente fortunati, perché Jacopo, la guida che ci ha accompagnato in entrambi i percorsi, è stato coinvolgente, preciso, puntuale, profondo ma, al tempo stesso, leggero e spiritoso. Tutte qualità non scontate. Sicuramente, dalle recensioni, anche le altre guide del team devono essere molto competenti.

Abbiamo prenotato i tour qui: GUIDE IN TOUR

Lui, invece, è Jacopo la nostra guida.

Il portale offre un’infinità di itinerari ed anche soluzioni. Tour di gruppo, tematici, privati, free tour. Prenota per tempo perché all’ultimo è difficile trovare posto.

La visita a cui abbiamo partecipato il sabato mattina è stato un tour “introduttivo” alla città per conoscere, con una passeggiata a piedi tutta in esterno, i luoghi simbolo di Berlino e le loro storie.


Siamo partiti da Potsdamer Platz, la piazza più moderna di Berlino, sede di importanti architetture firmate anche da progettisti italiani, tra cui Renzo Piano. Qui un articolo interessante: architetti italiani a Berlino.



Jacopo ci ha fatto conoscere la complessa storia della piazza grazie a una serie di foto storiche per confrontare il presente con il passato. Abbiamo quindi seguito la “cicatrice”, la traccia del Muro di Berlino che taglia le strade della città, fino a giungere ad una parte originale del Muro. Dall’esterno abbiamo ammirato e conosciuto la storia del Gropius Bau, splendido edificio, in stile neo rinascimentale, realizzato alla fine dell’Ottocento da Martin Gropius zio del più celebre Walter, fondatore del Bauhaus, oggi sede di mostre temporanee. Siamo così giunti alla “Topografia del Terrore”, il luogo dove risiedeva il comando centrale delle SS e della Gestapo. Dall’esterno abbiamo ammirato l’imponente Ministero dell'aviazione nazista per comprendere l’uso propagandistico che Hitler fece dell’architettura. Il famoso “Checkpoint Charlie”, uno dei luoghi più ricercati dai visitatori di Berlino, Jacopo ci ha raccontato la sua reale importanza durante la Guerra Fredda.



Dopo una sosta bagno e caffè, abbiamo proseguito alla volta del Memoriale della rivolta del 17 giugno 1953. Uno dei memoriali meno conosciuti e più emozionanti di Berlino, ricorda la protesta operaia contro il governo comunista. Senza neanche accorgercene, abbiamo raggiunto il Bunker di Hitler in cui il Fuhrer si uccise insieme ad Eva Braun. In realtà il Bunker non esiste più, è completamente interrato, sopra oggi c’è un anonimo parcheggio per automobili. Nulla indica la sua presenza, nessun cartello, nessuna insegna. È volutamente un non luogo. Se la nostra guida non ci avesse detto dove fossimo realmente, nessuno avrebbe potuto immaginare il perché di quella sosta. Uno dei luoghi più toccanti del percorso è stato sicuramente il Memoriale dell'Olocausto, inaugurato nel 2005 per commemorare gli ebrei assassinati in Europa. Perdersi tra le 2711 stele, simili a sarcofagi dalle diverse altezze, produce un senso di profondo disorientamento, straniamento, claustrofobia. Il tour con Jacopo, di due ore e mezza, è terminato presso il simbolo di Berlino, ovvero la Porta di Brandeburgo che si affaccia sul monumentale viale dei tigli, Unter den Linden.



Per la pausa pranzo abbiamo raggiunto con la metro la zona di Hackescher Markt, ricca di negozi, caffè e piccole gallerie – in particolare lungo la Augustrasse e Oranienburger Str. In questo quartiere, oltre alla Nuova Sinagoga, si sviluppano tra i palazzi una serie di cortili interni in cui è bello perdersi. Qui abbiamo pranzato nel miglior ristorante giapponese di tutta la vacanza, e sempre qui si trovano altri locali in cui mi sarei fermata volentieri, ma non c’è stato il tempo (li segnalo più avanti).

Il pomeriggio (dalle 16 alle 18) lo abbiamo dedicato a due gallerie di arte contemporanea ubicate a Kreuzberg, a meno di 10 minuti a piedi l’una dall’altra.


- KONIG GALERIE: cosa c’è di meglio di una galleria d’arte ospitata in una chiesa sconsacrata? Nulla direi. La chiesa, dedicata a Sant’Agnese, è stata progettata negli anni Sessanta in perfetto stile brutalista. Dal 2012 è stata trasformata in galleria d’arte contemporanea. Sebbene l’esposizione ospitata non fosse esaltante, il contenitore è di grandissimo impatto. L’ingresso è gratuito.


- BERLINISCHE GALERIE: da ex magazzino di vetri a galleria d’arte. Il piano inferiore è destinato a mostre temporanee, quello superiore alla collezione permanente con opere di artisti berlinesi dal 1870 in poi. Le due scale incrociate offrono scorci molto suggestivi. Non avevo prenotato l’ingresso, abbiamo fatto una coda di 5 minuti per acquistare il biglietto. Gli under 16 non pagano.



Dopo tanta cultura e considerato il caldo, ci siamo regalati un aperitivo sulle rive del Landwehrkanal (dal lato di Paul-Lincke-Ufer) tra campi da bocce e un piccolo chiosco molto frequentato, il Pavillon Am Ufer, osservando, seduti sulle sponde del canale, le anatre e i tantissimi canoisti, alcuni abili altri meno, che attraversavano il fiume.


Una curiosità: se a Berlino ti si avvicina un senzatetto non è quasi mai per chiederti del denaro ma, piuttosto, se hai da offrirgli una bottiglia vuota, di vetro o di plastica. Questa viene poi riciclata in delle apposite macchine, nei pressi dei supermercati, e per ogni bottiglia si riceve un credito che può essere utilizzato quando si fa la spesa. Ecco perché ti capiterà di vedere tante bottiglie vuote abbandonate accanto ai bidoni, perché aspettano che qualcuno le raccolga e le ricicli. Questa consuetudine ha, quindi, sia una funzione ecologica ma anche sociale. Sarebbe da introdurla anche in Italia.



3° giorno – domenica

Mattinata dedicata alla visita della COLLEZIONE BOROS. La collezione di arte contemporanea è ospitata in un Bunker nazista, costruito negli anni Quaranta, che durante i pesantissimi raid su Berlino, negli ultimi mesi del conflitto, è arrivato a ospitare fino a 4000 persone. Si tratta di un enorme blocco scuro di cemento armato che si innalza maestoso e severo all’angolo di due strade. L’edificio è imponente, massiccio, di grande impatto.

Dopo la guerra è stato trasformato in un deposito di frutta (da qui il nome Banana Bunker), negli anni Novanta ha ospitato diversi rave party, finché nel 2003, il colosso è stato acquistato dal magnate della pubblicità Christian Boros che, tra l’altro, vive con la famiglia al piano superiore del Bunker. Dopo anni di lavori, dal 2008 è sede della collezione privata del padrone di casa. Sinceramente ho apprezzato più il contenitore che il contenuto. Le opere esposte, salvo qualche eccezione, non mi hanno coinvolta più di tanto, ma l’edificio è davvero incredibile: un labirinto claustrofobico di più piani, dove sono state conservati gli impianti, i tubi, le porte in acciaio e gli sfiati originali.

La collezione si può visitare solo partecipando ad una visita guidata di un’ora e mezza, in inglese o in tedesco. Le visite sono molto approfondite (forse fin troppo). Il sito è aperto al pubblico dal giovedì alla domenica (alcuni giorni solo al pomeriggio) e il biglietto intero costa € 18. Prenotate con largo anticipo perché c’è poca disponibilità. Non è una visita adatta a bambini e adolescenti, mia figlia infatti è rimasta in camera a riposarsi. All’interno non si possono scattare foto.



Il pomeriggio, recuperata la girl, abbiamo partecipato al secondo tour in compagnia di Jacopo dedicato alla Berlino della Guerra Fredda. Grazie a questa visita abbiamo conosciuto la storia di Berlino Est durante i 40 anni di governo della DDR (Repubblica Democratica Tedesca), come venne divisa la città alla fine della Seconda guerra mondiale e come Berlino divenne una pedina nel grande scacchiere internazionale fra Stati Uniti ed Unione Sovietica.

Questa è una visita guidata ideale se si vuole scoprire come vivevano i berlinesi separati dal Muro e costantemente vigilati dalla Stasi, la polizia segreta della DDR.

Tappe salienti della visita sono state: Nordbahnhof - Stazione fantasma del Muro di Berlino, per capire come furono divise le strade di Berlino e il suo sottosuolo. Bernauer Strasse – dove si trova, in un bellissimo parco all’aperto che si sviluppa per oltre un chilometro, il monumento nazionale alle vittime del Muro di Berlino. Il caso ha voluto che partecipassimo a questa visita il 13 agosto, giorno in cui si commemora tristemente la costruzione del Muro, innalzato il 13 agosto del 1961. Qui abbiamo potuto vedere l’unica torre di vigilanza del Muro di Berlino posta all’interno della cosiddetta “Fascia della morte” e grazie ai racconti della guida, abbiamo conosciuto la storia e il percorso (in esterno) di alcuni dei Tunnel di fuga più famosi rivivendo le emozioni di coloro che rischiarono la vita in cerca della libertà. Questo è stato uno dei luoghi che più mi ha commosso di tutto il viaggio. Con la metro ci siamo quindi trasferiti in Alexander Platz per ammirare la Torre della Tv, la costruzione simbolo della DDR, e l’Unser Leben, il celebre murale di Berlino sulla vita socialista voluto dalla DDR nel 1964. Il tour si è concluso, dopo oltre tre ore, presso la East Side Gallery.



Se desideri approfondire queste storie, consiglio la lettura dei seguenti articoli:


4° giorno – lunedì

Mattinata dedicata interamente alla visita del MUSEO EBRAICO, uno dei pochi musei aperti di lunedì. L’ingresso è gratuito, ma avevamo comunque prenotato la fascia oraria di entrata.


Fondamentali sono le audioguide ricche di approfondimenti, il costo è di € 3 cad. Siamo entrati alle 10 (orario di apertura) e siamo usciti alle 13 passate. La struttura è a dir poco stupefacente, il progetto, intitolato Between the Lines, è di Daniel Libeskind e risale al 2001. All’interno, accanto alla mostra permanente che narra la storia del popolo ebraico in Germania dal Medioevo ad oggi, ci sono alcune installazioni di artisti contemporanei molto noti, tra cui quella di Anselm Kiefer. Indubbiamente la più toccante è Shalekhet – Fallen Leaves dell’artista israeliano Menashe Kadishman, non ci sono parole per descriverla, bisogna immergersi, è una esperienza che si traduce in un pugno nello stomaco.

Il giardino dietro il museo è una vera chicca in cui rilassarsi al termine della visita e in cui ammirare dall’esterno l’architettura di Libeskind.



Pomeriggio dedicato alla scoperta di Neukölln, uno dei quartieri più alla moda di Berlino.


Se siete amanti dell’architettura industriale, una tappa al KINDL CENTRE FOR CONTEMPORARY ART è d’obbligo. Si tratta di un ex birrificio costruito alla fine degli anni Venti, che dal 2011 è stato trasformato in un centro per l’arte contemporanea. Dispone anche di un caffè e di una birreria all’aperto. Purtroppo ci siamo limitati ad ammirane la struttura esterna perché di lunedì è chiuso.

Quindi abbiamo noleggiato i monopattini e ci siamo diretti verso Tempelhof, mitico aeroporto dei primi del Novecento, protagonista durante il ponte aereo del ’48-’49 per rifornire Berlino Ovest, oggi parco pubblico particolarmente amato dai berlinesi, il più grande di tutta Berlino. Qui ci si può rilassare sul prato sorseggiando una birra o una Fritz Cola, come abbiamo fatto noi, ma si può fare anche attività fisica a piedi, in bici, in skateboard. Il Tempelhof conserva intatte le vecchie piste d’atterraggio e percorrerle in monopattino è stato davvero molto molto divertente.



Sempre in monopattino abbiamo raggiunto Körnerpark, un incantevole giardino neobarocco più basso del livello della strada realizzato sopra una cava di ghiaia bonificata. Fontane, aiuole fiorite, sculture rendono questo parco un vero gioiellino.

Da lì a piedi ci siamo diretti verso Rixford, un piccolo borgo intorno a Richardplatz che è considerato uno dei quartieri più antichi di tutta Berlino e che dal 1700 divenne sede dei tessitori boemi. In questo borgo la storia sembra traspirare in ogni angolo. Lungo Kirghgasse, dietro Richardplatz, si possono ancora vedere i resti del villaggio boemo: le stradine di sampietrini con le case basse e i loro negozi, i giardinetti con i fiori e le piante e si può ammirare una delle due chiese del villaggio che si trova sotto il livello della strada: la quattrocentesca Bethlehemskirche, davvero deliziosa. Passeggiare per queste viuzze è come fare un viaggio nel tempo.



Abbiamo concluso il nostro bellissimo pomeriggio a Neukölln, nel migliore dei modi, in un favoloso rooftop bar: il Klunkerkranich, uno spazio davvero pazzesco che si trova sul tetto del centro commerciale Neukölln Arcaden, poco distante dal Rathaus di Neukölln. Si paga l’ingresso (€ 5 cad.) a prescindere dalla consumazione perché la vista sulla città è mozzafiato, specie al tramonto. Qui trovi una selezione di rooftop bar, secondo Il Mitte: https://ilmitte.com/2019/08/i-5-rooftop-bar-di-berlino-che-meritano-una-visita/



5° giorno – martedì

Gita fuori porta a Potsdam. Abbiamo deciso di trascorrere una giornata nella città che fu l’antica residenza della famiglia reale di Prussia, e che dal 1990 è stata dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità.

Potsdam è facilmente raggiungibile col treno. Noi siamo partiti dalla stazione di Alexander Platz e siamo scesi alla fermata “Potsdam Park Sanssouci”.

Da sapere:

- Il parco in cui sono dislocate le varie residenze è immenso. Valuta l’opportunità di noleggiare delle biciclette. Porta un telo per rilassarti sui prati e dove, eventualmente, fare un picnic (è consentito).

- C’è un biglietto cumulativo che include tutte le residenze ma allo Schloss Sanssouci è richiesta la fascia oraria di ingresso. Quindi calcola bene i tempi.

- Il giorno di chiusura del sito è il lunedì ma il Neues Palais è chiuso anche il martedì (per cui noi non lo abbiamo visto). Eviterei il fine settimana.

- Le audioguide (anche in italiano) sono gratuite e sono validissime.

Noi abbiamo visitato questi siti (n questo ordine): Schloss Sanssouci (l’attrazione numero uno di Potsdam), Neue Kammern, Historische Muhle, Chinesisches Haus, Schloss Charlottenhof. Dopodiché, provati dalla fatica e soprattutto dal caldo, siamo rientrati a Berlino nel tardo pomeriggio.

Potsdam merita il viaggio.