Un evento bellissimo e completamente gratuito quello a cui ho partecipato ieri, domenica 29 novembre.
Open Factory, vale a dire fabbriche aperte come musei a visitatori di ogni genere: famiglie, giovani, professionisti o, semplicemente, curiosi. Evento che è stato definito come il più importante opening manifatturiero delle Venezie. Più di 50, infatti, sono state le aziende, del Veneto e del Friuli, che hanno aderito a questa iniziativa promossa da Cult Venezie - Salone Europeo della Cultura, dal quotidiano Venezie Post e dalla fondazione Nordest con l’intento di portare il grande pubblico nei luoghi delegati alla produzione e quindi, solitamente, accessibili soltanto agli addetti ai lavori. Industrie di ogni genere, dalla meccanica al design, dalla logistica all’agroalimentare, ma anche piccole botteghe artigianali hanno accolto, ieri, grandi e piccini con visite guidate, laboratori e degustazioni. Un’opportunità unica per scoprire un pezzo fondamentale della nostra economia e del made in Italy.
Data la mia attrazione per l’acqua, in genere, e per gli ambienti portuali, non mi sono lasciata sfuggire l’opportunità di visitare il Porto di Venezia, una vera e propria factory che può contare su oltre 16.000 addetti ai lavori e 2.000 ettari di superficie, una delle più grandi aree portuali/industriali d’Europa.
Siamo stati accolti presso la sede dell’Autorità Portuale, nei fabbricati di Santa Marta a Venezia, da un’efficientissima équipe che ci ha introdotti in questo percorso “esperienziale” che ha condotto me ed un’altra cinquantina di curiosi a scoprire le eccellenze dello scalo portuale veneziano.
Dapprima ci sono stati illustrati i compiti dell’Autorità Portuale: indirizzare, programmare, coordinare, promuovere e controllare tutte le operazioni portuali. L’Autorità Portuale svolge anche la manutenzione delle parti comuni, mantiene i fondali, sorveglia la fornitura dei servizi di interesse generale, gestisce il Demanio Marittimo e pianifica lo sviluppo del territorio portuale. Dopodiché, un alto funzionario della Capitaneria di Porto ci ha chiarito quali sono le mansioni cui la guardia costiera è preposta: dalla sicurezza della navigazione, alla tutela dell’ambiente marino e costiero, dalle attività di controllo su pesca e pescato fino al difficile compito dei servizi di ricerca e salvataggio delle vite umane in mare, compito che si estende ben oltre i confini delle acque territoriali.
Quindi, siamo partiti in pullman alla volta di Marghera, cuore nevralgico del porto commerciale e industriale. Marghera è, oggi, grazie anche alla grande bonifica effettuata dall’Autorità Portuale di oltre 40 ettari di aree industriali dismesse, una realtà ben diversa da quella che immaginiamo abitualmente, associata soltanto a degrado e inquinamento.
A Marghera abbiamo visitato la sede operativa dei Rimorchiatori “Panfido” con l’intervento, anche, dei Piloti e degli Ormeggiatori del Porto di Venezia. Una sede geniale, tra l’altro, in quanto è collocata sopra un’enorme chiatta galleggiante, sempre pronta, insomma, a mollare gli ormeggi.
Questi uomini sono i veri e propri angeli custodi del porto, in quanto la loro presenza ed operatività è determinante nel prevenire o limitare disastri o danni a persone, mare e cose.
Dopo gli uomini, le merci. Siamo così stati trasferiti presso il Terminal Container PSA Vecon, fra i maggiori gruppi mondiali nella movimentazione di container. Bé io qui mi sono sentita in Paradiso. Vista la mia passione smisurata per forme e colori, vedere questa distesa infinita di cassoni colorati, simili a tanti mattoncini lego in formato gigante, è stato un vero orgasmo per i miei occhi. Cassoni tutti uguali, eccezion fatta per il colore ed il marchio, ma in realtà diversissimi per contenuto, per provenienza e per destinazione…
Siamo passati, quindi, al Terminal Rinfuse Euroports, gruppo di livello internazionale nel commercio e movimentazione di rinfuse solide e liquide. Purtroppo era ormai tardi, il sole era calato, ma vedere queste enormi dune di ghisa, di sabbia, di carbone, di grano è stato comunque sorprendente. Materie prime destinate a trasformarsi e a diventare chissà che cosa.
Ultima meta del nostro viaggio è stata la visita a Grandi Molini Italiani, primo gruppo molitorio in Italia e tra i principali in Europa. Entrare in un’azienda che profuma di pane, cioè di buono, mi ha fatto subito intuire che il meglio stava per arrivare. Così siamo stati condotti alla visita guidata del molino e dei laboratori osservando da vicino le varie fasi del processo molitorio: dalle attività di analisi al confezionamento fino alle fasi logistiche. Un’esperienza sensoriale, sotto tutti i punti di vista, perché ha interessato più sensi, non solo la vista e l’udito, ma anche l’olfatto, il tatto ed infine il gusto… dato che al termine del percorso abbiamo assaggiato pane e focaccia appena sfornati e siamo stati omaggiati di una bellissima confezione contenente due qualità di farine come a dire noi vi abbiamo fornito il "primo ingrediente", al resto pensateci voi.
Tanto di cappello a tutti coloro che si sono prodigati a far trascorrere a tanti curiosi, come me, una giornata “dietro le quinte del fare”. Con l’augurio che ci sia presto un seguito (per motivi di tempo, non è stato possibile visitare il terminal passeggeri e il terminal traghetti a Fusina) e soprattutto che questa iniziativa non resti un caso isolato ma si estenda al resto della penisola.
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